Differenti scuole di yoga hanno opinioni opposte a questo riguardo. Ecco alcune considerazioni importanti.
Come spesso succede nei contesti più svariati, troviamo pareri contrastanti e antagonisti. E nello yoga, forse più che in altri contesti, i pareri contrastanti creano confusione e a volte inutili conflitti.
Ci sono scuole di yoga che nell’ 80% della loro proposta utilizzano i sostegni e dicono che chi non ne fa uso è un folle. Lo svantaggio di questo punto di vista è che continuare una pratica con i sostegni e usarli all’infinito non stimola la mente, nè il sistema nervoso nella loro piena potenzialità.
Il vantaggio è che l’utilità di un sostegno delle volte può fare un’enorme differenza e fare sentire anche a un principiante che la pratica dello yoga è possibile e piacevole. Per alcuni è sufficiente un piccolo accorgimento per agevolare una pratica che altrimenti sarebbe una tortura.
Ci sono invece scuole di yoga che assolutamente sconsigliano di usare i sostegni e affermano che chi li utilizza i non sta facendo yoga. E’ anche questa una prospettiva interessante, ma lo considero più un punto di arrivo che un punto di partenza.
Lasciando da parte approcci estremi, c’è una via di mezzo che ci viene suggerita dal metodo dell’Authentic Yoga Sistem® che porta interessanti indicazioni a riguardo.
I sostegni dovrebbero essere utilizzati per facilitare o sostenere in un primo momento e gradualmente essere eliminati; grazie a essi la persona riesce a costruire la posizione in autonomia, avendo a disposizione il tempo necessario per esercitare e rafforzare quelle parti del corpo che, per varie ragioni, le impediscono una corretta esecuzione. A volte, la fretta di arrivare da subito a una data posizione, può spingere il praticante a sforzare eccessivamente delle parti del corpo non ancora pronte e non sufficientemente allenate. Con l’aiuto del sostegno e mantenendo costante l’ascolto del corpo durante l’esecuzione di una posizione difficile, è possibile conoscere sempre più i propri limiti e i propri punti deboli, per superarli gradualmente grazie a una pratica costante e responsabile.
Ma c’è anche un’eccezione: in alcuni casi il sostegno invece che per facilitare può essere usato per “complicare” e rendere la pratica più stimolante. Ma questa modalità è consigliata solo a praticanti esperti.
Delle volte anche il tocco dell’insegnante diventa come un sostegno e anche qui si aprono diverse riflessioni e opinioni. Ad ogni modo, questo è un’aiuto che come i sostegni deve portare chi pratica a farne gradualmente a meno.
L’obbiettivo di una proposta di yoga accessibile a tutti dovrebbe essere accompagnare le persone a procedere in accordo ai loro tempi, fino a padroneggiare gradualmente la pratica in modo autonomo.
I sostegni infine, possono rivelarsi indispensabili per chi si trova in una condizione di disabilità, dovuta a una qualsiasi causa.
Un sostegno dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:
- essere innanzitutto sicuro
- adatto ad accompagnare in ognuna delle sue fasi l’esecuzione di un esercizio
- non deve rompersi
- non dovrebbe essere troppo costoso
Si può usare qualsiasi cosa come sostegno, una sedia, cuscini, una sciarpa, coperte, tronchi, un muro, una panca…il limite è solo la fantasia. Infine un’attitudine curiosa e gioiosa è il miglior sostegno che può accompagnare la nostra pratica.
Shanti Brancolini
Insegnante Yoga, Fondatrice di Passione Yoga e ideatrice del metodo Yoga su Misura, fin da bambina ha avuto modo di avvicinarsi allo yoga e trascorrere lunghi periodi di ricerca e pratica in India. Leggi la mia biografia
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