La relazione tra movimento e produzione neuronale; ecco alcune interessanti ricerche a riguardo.
Le capacità motorie del nostro corpo sono governate e determinate dal nostro cervello. Rispetto a quella che è la piena potenzialità motoria e neuronale a nostra disposizione, quello che utilizziamo è molto ridotto. E’ interessante notare come, nella sua crescita, il bambino prima sviluppa il movimento, poi il linguaggio. Questo ci suggerisce che c’è una relazione tra lo sviluppo dell’attività cognitiva (pensiero e linguaggio) e la capacità motoria.
In modo simile la capacità motoria sempre più ridotta spesso coincide con un decadimento perché, riducendo la varietà motoria ci sono delle aree del cervello sempre più vaste che rimangono completamente inutilizzate.
Lo yoga offre una straordinaria varietà di posizioni, forme completamente inusuali e fuori dai ridottissimi schemi motori che ci caratterizzano; sperimentare ed ampliare l’esperienza motoria, specialmente se accompagnata da quell’ascolto profondo che contraddistingue la pratica dello yoga, risveglia e attiva nuovi spazi nel cervello, aumentando la produzione di neuroni. Un particolare beneficio ed efficacia in questa direzione si ritrova in particolare nella pratica delle asta mudra, particolari movimenti delle mani che oltre a stimolare tutti gli importanti canali energetici che passano dalle dita, vanno a stimolare significativamente il cervello, poiché le mani sono quella parte del corpo che è più rappresentata nella corticale cerebrale (homunculus sensitivo e motorio) rispetto ad altre parti, essendo esse fornite di più recettori cutanei ed essendo capaci di movimenti complessi.
A questo proposito sono stati fatti interessantissimi studi che dimostrano quanto detto fin qui.
Gli scienziati del Centro nazionale statunitense per la Medicina Alternativa e Complementare che si trova a Bethesda, in Maryland, affermano che la pratica dello yoga è associata alla comparsa di nuovi neuroni in alcune aree chiave del cervello.
Le ricercatrici Chantal Villemure e Catherine Bushnell hanno presentato i risultati del loro studio al meeting annuale della Society for Neuroscience a San Diego. Confrontando il cervello di persone che praticano regolarmente yoga con quello di persone che non lo hanno mai fatto, grazie alla risonanza magnetica tomografica, hanno potuto vedere come nel primo caso il cervello sia composto da una maggiore “massa” di materia grigia (e quindi un maggior numero di neuroni) in zone fondamentali come la corteccia somatosensoriale (quella che contiene la mappa mentale del nostro corpo) e la corteccia parietale superiore (decisiva in tutto ciò che riguarda la capacità di attenzione e concentrazione). Anche in altre aree chiave, come la corteccia visiva, l’ippocampo e la corteccia cingolata, la parte del nostro cervello che elabora – a livello inconscio – pericoli e problemi, si è visto un aumento del volume della massa cerebrale.
Lo yoga – spiegano le due ricercatrici – promuove un aumento di volume in diverse aree coinvolte nella visione, nella concentrazione e nella consapevolezza di Sé.
Quando la pratica è costante, sono maggiori gli effetti sulla materia grigia, prevenendo il decadimento cognitivo associato all’invecchiamento…e tutto questo attraverso una pratica piacevole, rigenerante, coinvolgentente e allo stesso tempo profonda….niente male! 😉
Libro consigliato:
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Shanti Brancolini
Insegnante Yoga, Fondatrice di Passione Yoga e ideatrice del metodo Yoga su Misura, fin da bambina ha avuto modo di avvicinarsi allo yoga e trascorrere lunghi periodi di ricerca e pratica in India. Leggi la mia biografia
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