Lezioni collettive di yoga: quali ostacoli e come evitarli?

Da segreto a pubblico: come non perdere lo spirito dello yoga

Nell’Hatha Yoga Pradipika, è scritto che: la pratica dovrebbe essere mantenuta segreta “poiché essa tenuta celata è potente, ma divulgata perde il proprio vigore”.

Lo yoga non nasce come un’esperienza da condividere in un gruppo e seppure questo comporta anche degli aspetti positivi, presenta anche ostacoli che vanno riconosciuti per essere evitati o superati. 

Il contesto di una lezione di gruppo in uno spazio raccolto e lontano da spettatori indiscreti, ha sicuramente tanti vantaggi. Infatti quasi sempre, si genera una bella energia, che può essere anche di stimolo per approfondire la pratica personale quotidiana, che è poi la cosa più importante. 

Ma il fatto di praticare insieme ad altri, comporta anche degli ostacoli, che se non ponderati bene, rischiano di allontanarci dallo spirito dello yoga.

Eccone alcuni e come evitarli o superarli:

Forse dovuto all’educazione scolastica che abbiamo ricevuto, più o meno tutti abbiamo la sensazione di dover “essere bravi” per ottenere qualche risultato, è quindi troppo facile lasciarsi prendere dalla tensione di voler far subito tutto e bene. In questo caso è fondamentale ricordarsi che lo yoga anche nella sua parte più fisica della pratica delle asana, è un processo in costante divenire e per superare certe limitazioni e tensioni che si sono magari formate in tanti anni, è indispensabile procedere in modo progressivo e rispettoso delle caratteristiche individuali. 

La tendenza a guardare e a paragonarsi ad altri è dannosa e se nello sport può avere un senso, nella pratica dello yoga la competitività non dovrebbe trovare posto, perchè porta a vivere una contraddizione che conduce molto distante dall’essenza stessa di questa disciplina.

Per contro, esiste un altro aspetto da considerare indesiderabile ai fini di una buona pratica: lo scoraggiamento o il senso di inferiorità che a volte deriva quando l’istinto alla competizione è stato frustrato dal paragone con altri o da inutili autocritiche.


E’ fondamentale ricordare che:

  • lo yoga è una via di elevazione spirituale e per questo la persona deve essere considerata come unità corpo-mente-spirito. Quindi anche se l’aspetto fisico è quello che attira di più, per quanto importantissimo, è solo una parte di tante altre che compongono il meraviglioso percorso dello yoga. 

Detto questo, non dovrebbe esserci posto nella pratica per:

– competizione

– senso di orgoglio per essere ” più bravi”

– frustrazione derivante dal paragonarsi agli altri

– giudizio

– ansia da prestazione

– scoraggiamento a seguito di presupposti “insuccessi”


CHE FARE?

– concentrati durante la pratica sul tuo spazio interiore

– ascolta il tuo corpo e i suoi messaggi e adegua ad essi la tua pratica

– segui il ritmo del tuo respiro che accompagna i gesti e ti aiuta ad accedere alla tua dimensione interiore

– esplora con curiosità le possibilità, e con rispetto i limiti


Quando sei veramente concentrato e la tua mente è focalizzata su quello che tu stai facendo, non rimane spazio, nè tempo, nè voglia, per e di fare paragoni con altri.

Non ci sarà frustrazione, nè senso di inadeguatezza, nè esaltazione dell’ego, e ogni piccolo miglioramento, ti riempirà di gioia come fosse una grande conquista, e di fatto lo è, perché sono i più piccoli cambiamenti che costruiscono i più grandi risultati, è CON PICCOLI PASSI CHE SI PERCORRONO LUNGHE DISTANZE.

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Shanti Brancolini

Insegnante Yoga, Fondatrice di Passione Yoga e ideatrice del metodo Yoga su Misura, fin da bambina ha avuto modo di avvicinarsi allo yoga e trascorrere lunghi periodi di ricerca e pratica in India. Leggi la mia biografia

64 commenti
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  1. Giuliana
    Giuliana dice:

    Cara Shanti, ogni tanto riesco a ritagliarmi del tempo per guardare i tuoi video e faccio, così, una full immersion in quello che ho imparato a considerare lo Yoga “Vero”, quello di Passione Yoga.
    Da ormai 6 anni coltivo questa mia pratica, che per qualche anno ho affiancato alle lezioni di una insegnante,e che adesso ho lasciato anche per problemi organizzativi. E si, è vero, specie osservando ciò che propone il web si è portati a considerare quasi prevalentemente gli asana ed anche l’opinione generale è quella che Yoga è un tipo di stretching. Praticando in solitaria si vive sicuramente in maniera assai più intensa l’aspetto interiore, anche se devo ammettere che ancora troppo spesso mi capita di avere qualche difficoltà ad “entrare” nella pratica e non lasciarmi distrarre dal pensiero a ciò che dovrò fare dopo… Ti ringrazio perché il tuo sito è l’unico che permette di restare ancorati alla tradizione. Namasté.

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