Il rilassamento guidato è parte fondamentale delle sessioni di yoga, ecco sfatati alcuni luoghi comuni e il reale senso di questa pratica.
Il rilassamento guidato che conclude quasi sempre la fine delle lezioni di yoga, non è come spesso si crede un momento per riposarsi dopo gli esercizi di yoga appena fatti.
Una corretta pratica non altera il ritmo respiratorio nè il battito cardiaco, l’impegno muscolare è ben compensato da un adeguata respirazione; alla fine non ci si dovrebbe quindi sentire stanchi, ma piuttosto rigenerati e vitali.
Il rilassamento guidato, non è uno stato di rilassamento passivo, di inerzia; ma uno stato in cui si ha accesso a una dimensione di consapevolezza più sottile. Il corpo liberato da numerose tensioni può abbandonarsi completamente e la coscienza può espandersi in profondità.
Attraverso questa pratica si dovrebbe raggiungere un profondo rilassamento rimanendo vigili; esattamente all’opposto di quello che succede durante il sonno, comporta un’aumento di presenza e consapevolezza, non una diminuzione.
A mio parere questa pratica, apparentemente semplice è una delle pratiche più difficili dello yoga, ma anche se eseguita in modo parziale offre numerosi benefici.
I 7 benefici del rilassamento guidato
- La posizione orizzontale favorisce un generale rallentamento del ritmo metabolico
- la respirazione diventa addominale, regolare, lenta; caratteristiche che aumentano procedendo nella pratica
- introduce dolcemente al pranadharana, la concentrazione sul respiro che anticipa lo stato di dhyana meditazione
- il respiro addominale che spontaneamente ne consegue, ha un’effetto calmante del sistema nervoso
- il praticante gradualmente sviluppa un tipo di ascolto da “testimone”; questo distacco, anche se temporaneo, è straordinariamente rigenerante per tutte le funzioni vitali che per un pò non subiscono interferenze dovute al fluttuare incessante di pensieri ed emozioni.
- una pratica regolare previene l’affaticamento mentale, lo stress e aiuta l’equilibrio mentale, fisico ed emotivo
- questa pratica può svilupparsi verso gli stadi superiori dello yoga fino al raggiungimento di uno stato temporaneo di samadhi, condizione di assenza di pensieri e beatitudine interiore. Ma questo è abbastanza difficile perché superato un certo livello di rilassamento si tende a scivolare nel sonno.
cosa fare se mi addormento?
Se durante questa pratica ti viene da dormire, dormi. Vuol dire che hai bisogno di riposare. L’ideale è rimanere vigili, ma dopo una lunga giornata, alla fine di una sessione di yoga, con le luci abbassate, è facile scivolare nel sonno. Non resistere a questo se è ciò che il corpo ti richiede, ti accorgerai comunque che è stato un sonno particolarmente rigenerante.
Perché a volte durante questa pratica a qualcuno viene da piangere?
Nel vortice degli impegni quotidiani, la distrazione che una società così ricca di stimoli induce, i ritmi incalzanti, paure e preoccupazione fondate e quelle create dalla mente, fanno sì che, a volte per lunghi periodi della vita, ci si possa trovare a vivere completamente alienati da noi stessi. Le numerose tensioni accumulate, che nel fare quotidiano non percepisci, il momento che ti fermi e ti dai finalmente la possibilità di ascoltarti, vengono a galla e il loro sciogliersi si manifesta delle volte con il piano.
Questa esperienza, spesso inaspettata, lascia un senso di profonda leggerezza e calma.
Shanti Brancolini
Insegnante Yoga, Fondatrice di Passione Yoga e ideatrice del metodo Yoga su Misura, fin da bambina ha avuto modo di avvicinarsi allo yoga e trascorrere lunghi periodi di ricerca e pratica in India. Leggi la mia biografia
Onorata di seguire i vostri video
🙂