La meditazione è parte dello yoga, ma spesso la più difficile e trascurata delle pratiche, ecco come conoscerla e renderla facile.

Delle volte il termine meditazione è oggetto di preconcetti; alcuni l’associano all’immagine di un indiano barbuto che siede in cima a una montagna o a un monaco calvo con in faccia un sorriso beato e credono che la disciplina richiesta sia impraticabile e al di là delle capacità ordinarie.

Cosa significa meditare?

Meditare significa portare la consapevolezza oltre la mente razionale, analitica, per raggiungere livelli di coscienza più profondi.

E’ spostarsi dalla mente pensante che vive in uno stato di sopravvivenza, legata all’ego, ad emozioni limitanti e accedere al sistema limbico e al subconscio, dove attraverso emozioni come la gioia, la gratitudine e l’amore, possiamo sperimentare l’espansione, la crescita e perfino la guarigione.

Più facile a dirsi che a farsi, ma il trucco è proprio quello di “non fare”, ma di lasciare accadere….e per lasciare accadere è necessario capire l’impedimento maggiore.

Qual’è l’ostacolo?

Rendere la mente più silenziosa, riducendo l’attività delle reti neurali della neocorteccia che è sempre collegata con i cinque sensi alla realtà esterna; non è purtroppo così facile per noi così duramente provati e stressati dalla vita moderna.

Infatti quando siamo stressati viviamo in uno stato d’emergenza e di sopravvivenza in cui, per l’azione di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina, il nostro sistema è concentrato a come preservare il corpo e focalizzato sui problemi, per cercare una via di fuga e una soluzione.

Tutto questo non fa altro che rafforzare ancora di più il legame fra il cervello, i cinque sensi, la realtà esterna e quindi l’ ego. Questo sarebbe utile se fossimo davvero in pericolo, come nel caso della gazzella inseguita da un leone dove in quella folle corsa per la vita, risulta indispensabile essere egoisti.

Quindi, quando ci troviamo seduti, pronti a meditare, proviamo a entrare dentro di noi e a collegarci al mondo asensoriale e immateriale, potremmo trovare delle grosse difficoltà a staccarci dalla realtà esterna dove il nostro ego vuole a tutti i costi sopravvivere.

Come fare quindi?

La risposta è in un’onda cerebrale. Gli esseri umani hanno diverse frequenze d’onda misurabili all’elettroencefalogramma che puoi vedere in questo grafico:

Onde cerebrali

Quanto più le onde cerebrali sono lente, tanto più entriamo nella dimensione interiore dove possiamo sperimentare espansione e gioia.

  • Le onde Beta caratterizzano il nostro normale stato di veglia, dove il cervello pensa ed elabora tutti i dati sensoriali provenienti dall’esterno. Questo non è lo stato migliore per la meditazione.
  • Lo stato delle onde Alfa caratterizza invece il rilassamento e un leggero stato di meditazione. In questo stato il mondo interno comincia a essere più reale del mondo esterno
  • Lo stato Theta è uno stato intermedio tra il sonno e la veglia, dove la mente è sveglia e il corpo dorme, in cui la mente analitica non è in funzione e accediamo al subconscio. E’ difficile imparare a entrare in questo stato, che è poi uno degli scopi dello yoga nidra , la pratica del “sonno cosciente”. (Leggi questo post per scoprire di più a riguardo di questa preziosa pratica: https://www.passioneyoga.it/blog/2015/01/27/i-7-benefici-del-rilassamento-guidato/)

Per questo motivo i due momenti migliori per meditare sono subito prima di andare a letto la sera e subito dopo il risveglio del mattino, perché è più facile passare dalle onda Beta a quelle Alfa e Theta.

Trova quindi il modo per cavalcare l’onda giusta e meditare sarà facile!

Ricorda inoltre che:

La meditazione non è un’evasione ma un incontro sereno con la realtà. Meditare è guardare in profondità nel cuore delle cose.
(Thich Nhat Hanh)

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foto-francesco-bio

Francesco Giombini: Medico Chirurgo, Specialista  in Anestesia-Rianimazione e Agopuntura. Esperto di Medicina Tradizionale Cinese, amante delle medicine alternative e delle filosofie orientali. Ha una visione olistica dell’uomo, della natura e del mondo, che lo spinge a ricercare i punti di unione tra la scienza e la spiritualità. Contribuisce negli eventi proposti da Passione Yoga offrendo contenuti preziosi ed innovativi.

4 commenti
  1. valentina
    valentina dice:

    grazie per questa spiegazione: ha rinforzato in me la convinzione che prima o poi anche nella frenesia dei giorni, si possa trovare il modo di rallentare e rientrare in se stessi e a contatto con la propria essenza.
    Mi bastava avere fiducia nel metodo, ma con un chiarimento di questo tipo, anche la mia parte razionale è accontentata! 🙂

    Rispondi
  2. Michela Coacri
    Michela Coacri dice:

    Oggi giorno si leggono molti articoli relativi alla meditazione, una pratica tanto nota ma in realtà ancora oggetto di numerosi studi scientifici in grado di dimostrare azioni ed effetti. Per la prima volta ho trovato nelle tue parole la chiara e semplice spiegazione dello stato che possiamo raggiungere. L’associazione dei livelli di coscienza profonda alle onde cerebrali ha portato alla luce una realtà curiosa ed interessante che spiega i benefici che si possono ottenere praticando in momenti diversi della giornata. Ti ringrazio enormemente per questo prezioso contributo e per aver risposto alle domande che mi ponevo a seguito di ogni mio momento meditativo.

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